Verónica all'età di 10 anni trova in una cartellina contenente dei documenti, la foto di una bambina. Il suo intuito le suggerisce che è meglio non fare domande ai genitori, soprattutto perché Betty, la madre, è sempre triste. Betty infatti, due anni prima che nascesse Verónica, aveva dato alla luce una bambina che era stata subito dichiarata morta. Ma la donna non ha mai creduto a questa cosa, è sempre stata convinta che sua figlia fosse nata viva e che le era stata sottratta al momento della nascita. Nel corso degli anni Verónica si convince sempre più che le discussioni e i malumori in casa sua nascondano qualcosa di cui nessuno vuole parlare e che sono collegati alla foto di quella bambina. Quando Veronica cresce, la madre si ammala e decide di continuare le ricerche di quella bambina, Laura, che Betty aveva interrotto. Nel frattempo anche Laura è cresciuta, e vive insieme alla madre, Greta, ed alla dispotica nonna, Lilì, in un clima di oppressione e segretezza. Quando finalmente trova Laura, capisce che dietro alla sparizione di questa sorella ci sono le trame della più cara amica di Betty, Ana, che è sempre stata presente nella loro vita, ma della quale loro non sanno nulla. Infatti Ana è molto amica anche di Greta, la madre di Laura, ed è stata lei che nel corso degli anni ha manovrato ed ostacolato le ricerche di Betty. Anche lo psicologo presso il quale era in cura Betty, è coinvolto nella sparizione di Laura, e ha sempre cercato di convincere la donna che la sua era una fissazione e che la sua bambina era morta durante il parto. Quando le due ragazze si ricongiungono cominciano a scavare nel loro passato e a riunire tutti i tasselli di un puzzle. Ana, insieme ad una suora e ad alcuni medici provvedeva a sottrarre bambini appena nati alle loro madri e a rivenderli..
C'era un buon odore e Laura mi aprì la porta con uno dei vestitini firmati che aveva recuperato nella sua vecchia casa e i capelli lunghi, lisci e brillanti come un lingotto d'oro. Mi disse entusiasta che doveva mostrarmi delle lenzuola che aveva comprato a un prezzo stracciato e, mentre la seguivo in casa, mi ricordai di mia madre e mi sentii quasi male per quanto incomprensibile, abissale, dolorosa e allegra è la vita.
Entra Nella Mia Vita Clara Sanchez
Ho letto tutti i libri della Sànchez ma ancora non sono riuscita ad inquadrarla come scrittrice. Ho apprezzato abbastanza il suo primo libro e sbadigliato alla grande per tutto il secondo. Trovo questo il migliore dei tre.Come nelle sue opere precedenti anche qui ci sono due protagonisti, in questo caso due ragazze, Veronica e Laura, le cui vicende si alternano durante la lettura.Il "mistero" di questa storia viene rivelato piuttosto presto ma ciò non rende la trama meno interessante, anzi consente di addentrarsi meglio in una faccenda spinosa i cui contorni vengono realmente delineati solo negli ultimi capitoli.Una nota positiva è che il lettore possa fare le sue supposizioni in tutta calma, utilizzando i vari indizi generosamente disseminati lungo i capitoli. Questo rende la lettura piacevole e non frustrante.Nel complesso l'ho trovato un libro molto godibile e coinvolgente, forte di una trama originale e di personaggi non troppo stereotipati.Nonostante ciò ci sono degli aspetti che mi hanno lasciata perplessa.L'autrice sparge nel libro tutta una serie di sottotrame, per nulla utili alla vicenda principale. Questo ci starebbe anche, ma queste sono gestite così alla lontana da far sorgere nella mente del lettore solo un gigantesco "Embè?"Storie d'amore che nascono in due secondi e si risolvono in uno starnuto; personaggi misteriosi il cui ruolo non si afferra mai; figli che vengono scoperti all'ultimo secondo, descritti con minuzia e poi mai più nominati. Queste sottotrame non sono sgradevoli di per sè ma io personalmente non ne ho capito molto bene l'utilità. Senza, la trama principale sarebbe comunque stata identica.Ho notato anche che questa scrittrice ama dare delle "lezioni di vita" all'interno del suo libro. Scrive quelle che sono evidentemente sue opinioni personali, condivisibili o meno, ma le rende come se fossero delle massime sulle quali tutti necessariamente si troveranno d'accordo.Ancora mi ricordo la sua uscita più disorientante: "Quante volte l'amore è paura e la paura è amore". Quando l'ho letta ho solo pensato "Che caspita farnetica?".Insomma, in queste parti l'ho trovata un po' arrogante, troppo pronta a spiattellare i suoi ragionamenti in un libro manco fossero perle di saggezza.Nonostante ciò ripeto che ho apprezzato questo libro e che si più notare un netto miglioramento nello stile di questa scrittrice, rispetto al primo e soprattutto al secondo. se continua così, in un suo prossimo romanzo la vedremo migliorata ancora.
Intenso e profondo l'ultimo libro scritto da Clara Sanchez che sicuramente non delude chi l'ha letta in precedenza. Anzi credo che qui, più che altrove, grazie anche alla tematica piuttosto delicata e alla veridicità storica a cui la trama inevitabilmente fa riferimento, l'autrice abbia superato se stessa nel raccontare una vicenda in cui si riflettono le mille sfaccettature della vita stessa, ponendo come cardine per l'intero tessuto narrativo il più grande amore che esista, l'amore assoluto: quello di una madre per un figlio e di un figlio per una madre. A tutto questo si unisce la capacità di raccontare un dolore che non si può facilmente spiegare e che deve essere provato probabilmente per essere compreso fino in fondo e mi riferisco alla sofferenza patita a causa della perdita di un figlio che ti viene strappato in modo vergognoso attraverso l'inganno, così come accade alla madre di Veronica, la protagonista del libro. E' questa vicenda che affonda le proprie radici in un passato non troppo lontano, che da avvio alla narrazione e che spinge Veronica a cercare quella bambina di nome Laura, della quale i genitori conservano una foto senza un'apparente motivo. Il valore della giustizia è un elemento importante che attraversa l'intero testo, il concetto stesso di Verità e di quanto le vittime di un insensato inganno, meritino rispetto, sono fattori che spingono a riflettere e a chiedersi quanto di ciò che viviamo sia realmente frutto delle nostre scelte e quanto invece ci venga imposto anche se inconsapevolmente. Entra nella mia vita è una storia d'amore, di tormento, di ricerca della verità, di scoperta, di forza espressa soprattutto dalle protagoniste femminili che si muovono nel loro piccolo grande universo, combattendo, senza mai perdere la loro dignità. La resa non è contemplata da questa storia che pur raccontando una vicenda singola, non per questo smette di toccare l'anima e la sensibilità di chi legge e di chi si rende conto che tutta quella sofferenza, tutto quel dolore imposto per il quale ognuno dei personaggi ha perso qualcosa senza volerlo, merita un riscatto, piccolo o grande che sia.
Libro candidato da Maria Rosa Cutrufelli al Premio Strega 2022 La crisi d'identità, i drammi famigliari, il tema del doppio e della follia, il ruolo della scrittura metaletteraria costruiscono un romanzo-mondo capace di coinvolgere, emozionare e sorprendere fino alla fine. Per gli abitanti del luogo l'Etna non è un vulcano, ma la Montagna. Marco Cersi, quarantasei anni, con la sua impresa specializzata nella realizzazione di prodotti in pietra lavica, tenta di rivalersi nei confronti di questa magmatica madre che gli ha segnato la vita.
Entra nella mia vita. Questo è il titolo del penultimo romanzo della scrittrice spagnola Clara Sanchez, edito in una nuova edizione nel febbraio del 2014, da Garzanti.
La scrittrice spagnola si è aggiudicata con i suoi quattro romanzi, Il profumo delle foglie di limone, la voce invisibile nel vento, Entra nella mia vita e le cose che sai di me, i principali premi letterari iberici. Ha infatti avuto il premio Alfaguara nel 2000, il premio Nadal con Il profumo delle foglie di limone, che le ha procurato tanta fama nel mondo, e il premio Planeta con il suo ultimo romanzo Le cose che sai di me.
RIASSUNTO. Il disturbo da uso di alcol (DUA) è uno dei disturbi psichiatrici più comuni nella popolazione generale. Il DUA è caratterizzato da un pattern di bere eccessivo, che si mantiene nonostante gli effetti negativi che l'alcol ha sul funzionamento lavorativo, sulla salute, sulle problematiche legali, sull'educazione e sulla vita sociale. Attualmente, il modello bio-psico-sociale è quello che spiega meglio il DUA. Infatti, molte ricerche hanno fornito evidenze su come il DUA sia una patologia multidimensionale. Variabili biologiche, psicologiche e socio-culturali entrano in gioco nell'eziologia, nella natura, nel mantenimento e nel cambiamento nel tempo del disturbo. La fase diagnostica è un momento importante del processo di cura, perché il successo del trattamento dipende in larga misura dall'esattezza e dall'adeguatezza della diagnosi. La diagnosi clinica si basa su una valutazione globale del funzionamento del paziente e utilizza il colloquio e gli strumenti psicometrici come mezzo di raccolta di informazioni. Questo articolo fornirà una panoramica delle dimensioni psicologiche più importanti da valutare e sui migliori strumenti psicometrici da usare per una diagnosi adeguata.
È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della "deontologia". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di "responsabilità" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di "professionale", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed 2ff7e9595c
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